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Favismo: cos’è e a cosa bisogna prestare attenzione

Favismo: cos’è e a cosa bisogna prestare attenzione

Il favismo è una condizione medica dovuta alla mancata produzione di un enzima chiamato glucosio-6-fosfato-deidrogenasi che, in presenza di determinate condizioni può sviluppare una distruzione dei globuli rossi con conseguente anemia grave. Spieghiamo meglio altri dettagli di questa patologia in questo articolo.

Il nome favismo deriva dal fatto che, inizialmente, questo disturbo pareva essere correlato all’ingestione delle fave fresche. Oggi invece, grazie alle ricerche in campo medico, si è scoperto che non si tratta di un’allergia alimentare ma di una carenza enzimatica dovuta a fattori diversi.

Cos’è il favismo

Il favismo è una malattia genetica ereditaria in cui il paziente non è in grado di produrre (o produce in maniera ridotta) un enzima chiamato glucosio-6-fosfato-deidrogenasi. Al verificarsi di determinate condizioni, che approfondiremo inseguito, si attiva un processo di emolisi, ossia di distruzione dei globuli rossi, portando la persona a sviluppare una grave anemia.

È considerata una malattia genetica piuttosto rara, che conta circa 400mila soggetti in tutta Italia e appena 500 milioni in tutto il mondo.

A cosa bisogna prestare attenzione

Chi soffre di favismo non può assolutamente consumare fave, piselli, lupini e arachidi (anche se a scopo precauzionale sono da evitare anche tutti gli altri legumi). Inoltre, deve escludere dalle proprie abitudini anche il mentolo e fare attenzione agli alimenti e bevande contenenti solfiti. Altre precauzioni vanno prese nei confronti di alcuni medicinali e integrtori che potrebbero causare prepotenti crisi emolitiche.

L’AIFA ha stilato un preziosissimo vademecum con tutti i principi attivi da evitare.

Tra quelli presenti nei farmaci e integratori autorizzati in Italia troviamo:

Acido acetilsalicilico - Acido ascorbico - Acido nalidissico - Acido pipemidico – Bupivacaina – Cloramfenicolo – Chlorochina – Ciprofloxacina – Colchicina – Dietilamina – Dimenidrinato – Dimercaprolo – Doxorubicina – Enoxacina – Fenazone – Fenilbutazone – Fenitoina – Fitomenadione – Glibenclamide – Gliclazide – Glimepiride – Glipizide – Idrossiclorochina – Isoniazide – Levodopa –Levofloxacina – Lomefloxacina – Mefloquina - Menadione sodio bilsolfito (vitamina k3 sodio bisolfito)- Mesalazina - Metiltioninio (Blu di metilene) - Monossido di azoto – Moxifloxacina – Nitrofurantoina - Nitroglicerina – Nitroprussiato - Noramidopirina/Métamizolo sodico - Norfloxacina - Ofloxacina – Paracetamolo - Pefloxacina - Prilocaina - Probenecid - Proguanil - Quinidina - Quinina - Rasburicase - Spiramicina - Streptomicina - Sulfacetamide - Sulfadiazina - Sulfametoxazolo - Sulfasalazina - Tiamfenicolo - Triesifenidile – Trimetoprim.

Precisiamo che per qualsiasi necessità, va sempre fatto riferimento al proprio medico di medicina generale o al proprio specialista in ematologia, che sapranno dare indicazioni mirate in base alla storia clinica del paziente.